16 settembre 2024

Elio Molinari

Il 9 settembre 2024 è mancato serenamente mio fratello Elio Molinari. Aveva quasi 90 anni, cinque meno di me. Mi si chiede di ricordarlo.

 

Io ho iniziato a collaborare con la Rai, a Radio Genova nel 1947, a 17 anni. Leggevo il Gazzettino della Liguria. Partecipavo alle riviste e alle commedie dirette da Drava, preparavo servizi per il giornale radio. Gli uffici della Rai erano ancora in piazza Della Vittoria. La collaborazione è durata fino al 1953, quando, chiamato da Sergio Pugliese, mi sono spostato a Milano, per inventarmi la televisione.

 

Alla radio di Genova mi è subentrato Elio, a 18 anni. Ha collaborato per alcuni anni; poi è stato incaricato di creare e seguire le RadioTelesquadre, un gruppo di funzionari dotati di automezzi appositamente attrezzati con grande schermo e impianto di amplificazione, con cui ha girato l’Italia, da Nord a Sud, propagandando la neo tv e la radio, e alla ricerca di nuovi talenti.

 

Suoi colleghi Rispoli e Annunziata; regia di Carlo Baitone. A Genova ha conosciuto Sandra Bessone, annunciatrice radio, spostata da Torino a Genova; si sono fidanzati, si sono trasferiti a Roma, assunti dalla Rai nel ‘58; si sono sposati. Lei, dopo una carriera da annunciatrice e lettrice, diventerà funzionaria e capo dell’ufficio scritture di viale Mazzini.

 

Il primo programma ideato e firmato da Elio è “Il Gonfalone”, nato con lo scopo di rilanciare la radio, che andava perdendo ascoltatori. Collabora a “Il buttafuori” di Luciano Rispoli. Nel 1968 da funzionario segue “Il Sabato del Villaggio”, con Paolo, nuovo comico genovese. Inventa e collabora a “Radio anch’io”, con la conduzione di Gianni Bisiach.

 

Negli anni ’70 si reca negli USA per studiare i format americani.  Dopo molti altri programmi di routine, nel 1981 inventa con Belisario e Formentini, “Cronaca di un mito”, radiodocumentario sui Bronzi di Riace, presentato al Premio Italia. Dirige “Stereo Uno”, che ricalca il modello delle radio libere, con le rubriche “Tu mi senti” presentata da Barbara Marchand, seguita da “Stereoclassic”, panorama sul melodramma, e da “Supersterouno”, con la collaborazione di giovani disc jockey. “Superstereuno” nasce sulla scia di di “Supersonic”, inventata da Elio e da Fabio Brasile per lanciare nuovi cantanti.

 

Basile ricorda che il capostruttura direttore Molinari lo incaricò di creare un concorso, ”Dj Jolly”, che scoprì Tiberio Timperi, ancora minorenne. Alle 23 viene proposto “Stereovunque”, giro delle discoteche condotto da Silvia Annichiarico, e “Piano bar” di Franco Nebbia, di cui è anche coautore e coconduttore.  Un programma jazz di altissimo livello è “Domenica jazz”. Per reclutare voci nuove Elio lancia il concorso “Supersfida dj”, scegliendo le migliori voci nuove con Renzo Arbore.  

 

Nel 1985 produce “Sofferenze d’amore” radiodramma di Mario Santarelli, regia di Giorgio Bandini, vincitore del premio Italia. In “Incontri musicali del mio tipo”, presenta Mina che sceglie e commenta musiche da lei preferite.  Specializzato in radiodrammi, viene incaricato come rappresentante italiano nelle giurie dei maggiori premi internazionali di radiodrammi.

 

Nell’86 inventa “Voci e immagini”, viaggio sonoro nella memoria, nelle emozioni, nelle passioni degli italiani, presentato e diretto da Paolo Modugno. Nell’87 vanno in onda 235 puntate di “Nasce una stella. Storia di Daniela una ragazza come tante”, concorso inventato da Elio, indetto dal Radiocorriere Tv e dalla Fonit Cetra; è la ricerca di una aspirante pop star, vince Daniela Miglietta, nome d’arte Mietta. Elio ricorda di averle donato l’originale del verbale del premio, e di averne ricevuto il primo disco.

 

Nel 1991 cura Radio Ibis,Images, e “Goal,settore Z” sulla tragedia dello stadio di Bruxxelles, dove, nel 1985, erano morti 39  tra tifosi Liverpool, ma in maggioranza della Juve. Nel 1988 va in onda su Radio Uno “Gocce”, programma di Piero Formentini e Giorgio Pressburger, prodotto da Antonio Piserchia ed Elio, un insieme di radio clips realizzate con tecniche originali ed avanzate, da usarsi per messaggi diretti, brevi.

 

Vince il Premio Speciale per l’Ecologia al Prix Italia. Dall’88 collabora con Belisario Eodele per programmi di grande successo, “Stereodrome”, ”Planet Rock”, “Suoni e Ultrasuoni” “ Nel 1991 Elio cura “Radiopiù”, selezione dei grandi premi internazionali, rassegna dei radiodrammi e dei documentari presentati negli anni al Prix Italia. 1995: Da una idea di Elio e Paolo Modugno, va in onda “Il gioco della radio”, un programma costruito dai radioascoltatori: 1500 telefonate a puntata. E’ un esempio di radio interattiva, con Katia Svizzero, Silvio Nebbia, Simonetta Zauli, Pino D’Angiò, Mario Maranzana, regia di Giampaolo Tessarolo.  Sua collaboratrice è Marina Mancini, che lavora con Elio dall’82 al ’94 a Raistereo 1 e Stereorai.

 

Elio dirige la prosa radiofonica durante la Rai dei professori, nella radio diretta da Aldo Grasso. Negli ultimi anni collabora con Battistuzzi, occupandosi dell’organizzazione del Prix Italia, ultimo quello di Ravenna. Poi, con uno scivolo, va in pensione; legge, vede spettacoli, tifa per il Genoa, purtroppo, come me. Molto citato nei libri ”L’avventurosa storia della radio pubblica italiana” di Massimo Emmanuelli. Tutti i suoi collaboratori lo ricordano come un gran lavoratore, sperimentatore, creativo, gentile, garbato, disponibile, un gentiluomo. Lo hanno ricordato Governi su Internet, Modugno e Fei sui social. Struggente la cerimonia funebre in chiesa, presenti la moglie Sandra, i tre figli, Alessandro, musicista, Laura, insegnante di sostegno, Alberto, attore e i suoi nove nipoti, tutti commossi. Le sue ceneri verranno deposte in una celletta predisposta nel Cimitero di Sestri Levante, accanto alle urne di Mamma Ines e di Papà Rodolfo, dove li raggiungerò anche io.

 

Più volte mi ha offerto di fare radio: commedie, come “Femminazione”, nel ’70 “Noi e i Beatles”, nell’87 “L’ uomo della notte”, nel 2000 con Idalberto Fei sono autore e conduttore di “Una signora cosmopolita ovvero La Grande Caterina”, 12 puntate con Caterina Valente e 18 puntate di “Quant’ è bella la vecchiezza”, con Paolo Poli.

 

Permettetemi ora di rivolgermi direttamente a lui. “Elio, noi non ci siamo mai parlati molto, non ci siamo mai detti tutto il bene che ci volevamo. Era inutile, lo sapevamo”.

 

Ma ora voglio dirtelo: “Ti ho voluto e ti voglio molto bene. Mi manchi e mi mancherai. Ciao, fratellino!”.

 

Vito Molinari