PREFAZIONE DI ALDO GRASSO
(Critico televisivo del Corriere della sera)
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Quando nasce in Italia la televisione è in mano a un élit, prima id stampo liberale poi cattolico. E' la televisione che rispecchia lo spirito di una borghesia medio-alta e si rivolge a quella stessa borghesia, la sola in grado di acquistare il costoso apparecchio. Per intanto la fascinazioone del mezzo attira le menti migliori e dà inizio a quella fase iniziale in cui il nuovo strumento è in grado di stimolare immaginari sconosciuti.
Inoltrarsi nelle pagine di Molinari è come partecipare dal vivo a quell'atmosfera, a quella scoperta, quell'incanto.
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Con il suo alto artigianato - che significa saper fare bene le cose, impegnarsi con coscienza professionale, dimostrare sempre uno spiccato senso del giusto -, Molinari ha vissuto l'intera evoluzione della regia televisiva, dalle fasi pionieristiche alle sperimentazione seriali. E la sua qualità la si apprezza maggiormente oggi in un frangente storico in cui la regia televisiva è praticamente sparita, soffocata dalle rigide regole dei format e dalla sciatteria formale che attraversa quasi tutte le trasmissioni.