Nei ricordi di un illustre regista dello spettacolo, un inedito e avvincente racconto del nostro varietà

Le più importanti soubrettes dellʼepoca dʼoro dello spettacolo italiano sono state protagoniste o ospiti delle sue trasmissioni televisive, oppure sono state da lui dirette sulle tavole del palcoscenico in commedie, operette, riviste. Chi meglio di Vito Molinari – regista televisivo e teatrale unico per longevità artistica – avrebbe potuto rievocare quel mondo ormai scomparso e le stelle che ne illuminavano il cielo? Le mie grandi soubrettes è innanzitutto un ineguagliabile e inesauribile album di ricordi che ci fa riscoprire da una visuale privilegiata le vedettes e le primedonne del nostro spettacolo: le grandi protagoniste degli anni Cinquanta che oggi in pochi ricordano, come Elena Giusti o Tina De Mola; i miti indimenticati come Wanda Osiris; le “anti-soubrettes” come Delia Scala e Sandra Mondaini; le professioniste ancora in attività come Loretta Goggi; le cantanti e le attrici che nei loro anni giovanili hanno “fatto il varietà”, come Ornella Vanoni, Milva, Monica Vitti, Franca Rame, Paola Borboni; le star straniere come Caterina Valente; le talentuose caratteriste come Franca Valeri, Bice Valori, Lina Volonghi. A loro, Molinari dedica un ritratto affettuoso e partecipe, ma anche minuzioso nel ricomporne esordi, affermazioni artistiche, occasioni di lavoro comune, aneddoti sconosciuti e “dietro le quinte”. Le soubrettes di cui lʼAutore ci parla non sono, però, solo ed esclusivamente quelle che ha personalmente conosciuto. Già, perché Molinari è un profondo e appassionato conoscitore di tutta la storia del varietà, anche di quella che lo ha preceduto e che ha visto affermarsi una vasta schiera di antesignane del genere. Ed eccolo, con lo stesso ritmo brioso, raccontarci di Anna Fougez, che nel 1929, con un boa di piume di struzzo che le copre a malapena il seno, interpreta la rivista Si vede tutto; di Maria Campi, che consegna alla storia del varietà la celebre “mossa”; della bellissima Lina Cavalieri, che morirà nel 1944 sotto un bombardamento americano; di Isa Bluette, “regina del capriccio, della grazia e della gioia”... Se è vero che oggi le soubrettes non esistono più, con il suo libro – illustrato da più di cento foto – Vito Molinari le risveglia tutte alla nostra memoria. E pagina dopo pagina, le stelle di quel cielo magico tornano a brillare.

  • Caterina Valente

    Caterina è un’artista dai mille talenti: suona bene cinque strumenti, parla sette lingue e canta in quattordici.

    «Secondo me Caterina Valente è l’unica dei divi della tv in grado di tenere magnificamente in piedi un show di sessanta minuti, senza aver bisogno dell’intervento dell’insulso, insopportabile, presentatore. Lei ha cantato benissimo una valanga di canzoni di ogni genere. Non un secondo consumato in chiacchiere, in scenette insipide. Splendida.» Così uno spettatore scriveva alla Rai, dopo averla ammirata in un mio show del 1961.

  • Delia Scala

    Con Delia è nata subito una grande simpatia, dovuta anche al suo carattere schietto, semplice, alla sua disponibilità alle prove, al suo professionismo. Ci frequentavamo anche fuori dal teatro. E sono stato testimone di una tappa fondamentale della sua vita.

    Una serata, una cena; tra gli ospiti c'era Eugenio Castellotti, pilota di Formula Uno, Aveva appena vinto la Mille Miglia. Fra loro scoccò subito una scintilla; il giorno successivo Delia si vide arrivare in albergo cento rose rosse. Cominciò così una bella storia, interrotta tragicamente dall'incidente di Castellotti a Monza, due anni dopo.

  • Elena Giusti

    L'impatto con la mia prima grande soubrette fu piuttosto traumatico. La Giusti era, già allora, un soubrette di prima grandezza. Così io, giovane regista di ventitré anni, ebbi la ventura di incontrare la soubrette, per consegnarle il copione e discuterlo. Mi fu fissato l'appuntamento nell'intervallo tra il primo e il secondo tempo della rivista in cui la Giusti si esibiva al Teatro Lirico di Milano.

    Quel giorno, busso al camerino. "Avanti". Entro e mi trovo davanti la star, seduta allo specchio del trucco, completamente nuda. Per la verità, sulle spalle aveva un largo scialle di maglie d'oro ....

  • Elisabetta Viviani

    Elisabetta, acqua e sapone, ma maliziosa, divenne un fenomeno televisivo, ottenendo un successo superlativo. Le sue esibizioni canore restano esempi di un’interpretazione magistrale. Elisabetta è rimasta miracolosamente uguale agli anni del suo debutto; stesso fisico, stessa simpatia, stesso volto luminoso, stesso sorriso. Molte persone si avvicinavano a lei, per conoscerla, per salutarla, per abbracciarla, per complimentarsi; incredibile, dopo tanti anni ne avevano un ricordo perfetto: in lei rivivevano la loro giovinezza. Miracoli della televisione.

  • Franca Rame

    «La signora Rame non deve esagerare. Deve limitarsi. Mentre canta non può mostrare le due gambe insieme, solo una per volta. Altrimenti indossi calze nere spesse.» Così interveniva un dirigente televisivo, commentando l’esibizione della Rame in Canzonissima, 1961-’62. Insomma, una gamba per volta poteva anche sbucare fuori dallo spacco dell’abito, ma due gambe no. ... d’altra parte gli interventi della censura hanno accompagnato sempre la sua carriera.

  • Lauretta Masiero

    La “guerra delle lampadine” rimarrà sempre presente nella carriera di Lauretta. L’episodio resta a dimostrare il caratterino di questa ragazza, molto determinata e dalle idee ben chiare. Sull’avvenimento, Orio Vergani, sul “Corriere d’informazione”, scrive: «Se per una secchia nacque una guerra tra Modena e Bologna, se per una mela nacque la guerra tra Greci e Troiani, perché, in pieno 1953, non sarebbe dovuta scoppiare una guerra di lampadine nel roseo mondo delle soubrettes?».

  • Marisa Del Frate

    Certe volte, nella scelta dei protagonisti dei programmi, si creano delle perfette alchimie, che fanno scattare esiti impensabili. E' il caso de L'Amico del Giaguaro. Il trio Bramieri, Del Frate e Pisu, trova una perfetta empatia. Ognuno ha un suo spazio comico. Ma il momento topico della trasmissione era quando il trio si scatenava nelle imitazioni parodistiche dei cantanti. Introdotti da un loro balletto e una canzoncina - "La, la, la, la, la, la, la, la, la, la, la, la, la ...,", ognuno presentava una parodia musicale. Erano irresistibili.

    Credo di essere stato determinante, in molte occasioni per la carriera di Marisa.

  • Milva

    Nel 1973 un’occasione fantastica, rara, me la offre Rai 2, nella persona di Leto, un dirigente preparato e colto. È la realizzazione del primo spettacolo di Brecht-Weill, in televisione: I sette peccati capitali dei piccoli borghesi, una cantata-balletto satirica, un “libello” violentemente anticonsumistico. Milva era bellissima, una raffinata interprete; il suo timbro di voce perfetto per la partitura, la sua interpretazione straniata, intensa, commovente. Il programma è sicuramente uno dei più belli che ho realizzato in tv, con immagini suggestive e sorprendenti. Ma la direzione TV ....

  • Monica Vitti

    L'ho conosciuta in occasione delle riprese della rivista Senza Rete, e già dimostrava le sue doti comiche. Ricordo un bellissimo sketch di Mosca, Saluti alla Stazione, in cui due innamorati in attesa della partenza del treno si salutano. Ma sono imbarazzati, non sanno cosa dirsi. E il treno non parte mai. Solo quando finalmente avviene la partenza si grideranno a valanga notizie importanti, definitive, e finiranno per offendersi a vicenda, mandandosi al diavolo, augurandosi reciprocamente cose gravissime. I due interpreti, Bonucci e la Vitti, erano irresistibili.

  • Ombretta Colli

    Il mio primo incontro con lei risale al 1969. Le propongo la conduzione di una serie tv della domenica pomeriggio; autori Costanzo e Simonetta. Accanto a lei, il “nuovo presentatore” Paolo Villaggio, ma anche Cochi e Renato, Oreste Lionello, Gianni Agus, i Cetra. Lei è molto professionale, precisa, determinata. Piace quel suo repertorio di canzoni “popolari”, quel suo proporsi “contro”. La ricordo in una canzone in cio canta “Prendo la mia moto e via, non mi vedrete più”; a cavallo di una moto di grossa cilindrata, Ombretta, superaccessoriata, sfidava la tradizione, proponendosi come contestatrice generazionale.

  • Ornella Vanoni

    Nei primi anni Sessanta la Vanoni approda a Studio Uno; la trasmissione sarà vista da tredici milioni e mezzo di spettatori. Ci troviamo a collaborare, sempre nel ’64, in tv, per una sua serata d’onore, Ornella Vanoni Show. Lei è ormai una cantante affermata, con un repertorio di successo. Ha un pubblico affezionato, che la segue con ammirazione ed entusiasmo. La ricordo, durante la lavorazione dello show, come una professionista molto attenta, precisa, determinata. Una protagonista assoluta dello spettacolo.

  • Sorelle Goggi

    Può capitare, nella carriera di un regista e di una soubrette, che ci sia una sola occasione di collaborare a uno spettacolo, ma che questa occasione unica sia irripetibile e indimenticabile. A me è capitato con una delle più talentuose soubrettes italiane, Loretta Goggi. Nel 1974, ho fatto scritturare dalla tv la sorella Daniela, la “Goggina”, per l’operetta L’acqua cheta. Daniela è perfetta per il ruolo. Quello stesso anno, riesco a collaborare con Loretta. L’occasione è uno spettacolo tv, scritto da Castellano e Pipolo: Dal primo
    momento che t’ho visto (Storia d’amore e musica). Nonostante le difficoltà, il risultato dello spettacolo tv fu ottimo: raggiunse
    i ventuno milioni e trecentomila spettatori.

  • Le due Nava

    Sì, lo so, le Nava erano tre, ma io con Diana non ho mai lavorato.

    Goffredo Fofi scrive di loro: «Le più bizzarre, scatenate, libere e spiritose delle attrici comiche e soubrettes; dopo Totò la palma dei più arditi comici del teatro italiano spetta alle Nava e forse ai De Rege».

  • Tina De Mola

    «Un tempo la soubrette era una donna che magari aveva solo un filo di voce, ma era molto femminile, fatale, ben vestita, ben truccata, aveva lo charme e tutto ciò che era necessario per incontrare le grazie del pubblico maschile. Questa era la soubrette alla Isa Bluette. Poi c’è stata l’antisoubrette, tipo Delia Scala, a cui appartenevo anch’io. Non ho mai portato pennacchi, non ho mai favoleggiato, anche perché non avevo il fisico adatto; le mie qualità fondamentali erano la voce, la naturale simpatia, e la semplicità, e credo che il mio aspetto semplice, senza fronzoli e lustrini, sia stata l’arma vincente che mi ha permesso di incontrare il favore, non solo degli uomini, ma anche delle nonne, delle mamme, delle ragazze». Così si definisce, perfettamente, Tina De Mola.

  • Wanda Osiris

    La Osiris canta con un timbro assurdo, non bene; recita in modo improbabile; balla poco e male. Ma ha una tale personalità  da fare sembrare di saper fare tutto benissimo; è al limite della spudoratezza. Una leggenda vivente. Si è creata da sola il personaggio; determinata, testarda, non deve nulla a nessuno. Indimenticabile in La donna e il diavolo, quando all'inizio del secondo tempo, entrava in scena su un cammello e dietro di lei veniva uno dei boys con paletta e scopino, pronto a pulire le assi del palcoscenico. Quella volta il boy non entrò, il cammello evacuò, il pubblico rumoreggiava. Lei con gran classe e un sorriso splendente, con il suo inimitabile birignao, disse "Che entri lo stronziere!" Seguirono una risata e un applauso fortissimo. Wanda Osiris si poteva permettere questo e altro.

  • Sandra Mondaini
    Sandra Mondaini

    La caratteristica che mi ha subito colpito in Sandra Mondaini è stata l'ironia, il non prendersi mai troppo sul serio; sprigionava allegria, simpatia, gioia di vivere. La ricordo seria solo quando giocava a carte; allora non si poteva ridere, scherzare, e si arrabbiava moltissimo quando perdeva. E' il 1954, l'occasione del mio primo incontro con Sandra. Partecipa a un quiz show da me diretto, Attenti al fiasco, Sandra è solo un'apparizione muta, una "valletta2 che apre un frigorifero e mostra i premi che vi sono contenuti. Anche così, muta, riesce a far notare i suoi occhi da gatta che bucano il video. Era così divertente che l'ho richiamata subito a partecipare ad altre mie trasmissioni.

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RASSEGNA STAMPA

  • 29 marzo 2022

    La biblioteca dei telesaudadisti

  • RAI 3
    10 giugno 2020 - RAI 3

    Le 'Storie della tv' raccontano Delia Scala e Stefania Rotolo

    Su Rai3 due "antisoubrette"

  • 7 aprile 2020

    Delia Scala, l'arte di essere soubrette

    Tratto da: Memorie - Fatti e persone da ricordare

     

     

     

     

    Il video completo è disponibile su RAI PLAY