Un due tre

Con Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi - Regia Vito Molinari (1954)

 

La trasmissione - basata su sketch e parodie di inchieste documentarie all'epoca assai in voga (come quella sulla condizione femminile in rapporto al lavoro o sul viaggio nella valle del Po alla ricerca di cibi genuini, condotta da Mario Soldati) - contribuì a far conoscere al grande pubblico la comicità di Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi.

 

 

Sketch

  • Il troncio della Val Clavicola (Tognazzi e Vianello)
  • Intervista al pescatore (Tognazzi e Vianello), 1956, parodia del ciclo di inchieste sul territorio Viaggio lungo la valle del Po alla ricerca dei cibi genuini realizzate da Mario Soldati
  • La magliaia (Vianello), 1958, parodia della trasmissione La donna che lavora
  • Il barbiere donna (Tognazzi), parodia della trasmissione La donna che lavora
  • La mondina (Vianello), parodia della trasmissione La donna che lavora
  • L'operaia (Tognazzi), parodia della trasmissione La donna che lavora

 

La chiusura improvvisa del programma

Il 23 giugno 1959 avvenne un piccolo incidente al Teatro alla Scala: il Capo dello Stato italiano Giovanni Gronchi, a causa della disattenzione di un collaboratore che non gli aveva avvicinato la sedia, cadde a terra nel sedersi a fianco del presidente della Repubblica Francese De Gaulle, allora in visita ufficiale in Italia. La scena era stata teletrasmessa in diretta, ma l'accaduto era stato rigorosamente taciuto dai principali organi di informazione. Il duo ripeté la scena in televisione: Vianello tolse la sedia da dietro a Tognazzi che stava per sedersi e gli disse: "Ma chi ti credi di essere?". Tognazzi, seduto sul pavimento, allargò le braccia rispondendo: "Tutti possono cadere!". La scena venne accolta dal pubblico in studio con una fragorosa risata, ma i vertici della RAI furono di opinione diversa. Al rientro nei loro camerini i due attori trovarono le buste che contenevano le lettere di licenziamento. La sera stessa Ettore Bernabei aveva decretato la cancellazione della trasmissione dalla programmazione televisiva, ed anche il direttore del centro di produzione televisiva di Milano venne cacciato.